L’inesauribile fantasia di J.R.R. Tolkien non ha prodotto soltanto le saghe de “Il signore degli anelli” e de “Lo Hobbit”. Il professore di Oxford, filologo e linguista, ha anche inventato numerosi linguaggi, ognuno datato di lessico, grammatica e sintassi propria: le parlate di elfi, nani, uomini e orchi sono state sviluppate secondo regole scientifiche. Le due lingue elfiche maggiormente perfezionate da Tolkien sono il Quenya, la lingua degli elfi del perduto Ovest, dotta e sapienziale, una sorta di “Latino elfico”, e il Sindarin, la lingua degli elfi della Terra di Mezzo.
Non pago di ciò, Tolkien, le cui doti artistiche sono ben note, ha anche voluto che queste lingue fossero dotate di alfabeti propri: chi ha visto i film della saga conosce già le rune, mentre i caratteri elfici veri e propri prendono il nome di Tengwar. In quasi tutte le modalità del Tengwar, le vocali (tehtar) sono poste al di sopra delle consonanti (tengwar) a mo’ di accenti, quali spiriti che colorano il suono altrimenti afono di queste ultime. È molto probabile che rivedremo questi segni grafici nella serie che sarà messa in onda fra breve, “Gli anelli del potere”!
Nel laboratorio di scrittura elfica, Roberto Fontana presenterà i principali elementi della calligrafia Tengwar, con esempi e citazioni dalle opere di Tolkien.
Nella giornata di sabato, verrà affrontata la modalità di scrittura Tengwar per la lingua Quenya, la favella degli Elfi dell’Ovest, mentre domenica verrà illustrato il modo di scrivere la lingua italiana con le le lettere elfiche. Alla fine di ogni laboratorio, tutti saranno in grado di scrivere il prprio nome in elfico!